Funziona mandare email ai clienti?
Certo che funziona mandare email ai clienti, alla faccia di chi dice che il mail marketing sia morto. Funziona eccome mandare mail ai clienti; il problema dell'invio di mail massivo nasce quando l'invio delle mail non è ai clienti ma verso liste di mail acquistate.
La mail è uno strumento di lavoro molto potente, che permette all'azienda di arrivare dritta al cliente finale, con costi contenuti, con velocità, senza essere invadente (infatti non ci sono vincoli spazio temporali per leggere una mail, a differenza ad esempio di una telefonata che impone la risposta) e funziona solo quando c'è consapevolezza, quando il destinatario conosce il mittente, quando il destinatario è consapevole che il mittente gli invia delle mail e le trova anche utili e interessanti.
- Acquisizione consapevole del cliente (meglio opzione double opt in, quindi richiesta di iscrizione, invio di una mail con un link da cliccare per conferma)
- Facile ed onesta gestione delle cancellazioni
- Costanza nell'invio
- Strategia (serve aver sempre qualcosa da dire quando si manda una mail)
- Utilità per cliente che riceve (qualche centesimo di sconto, non giustifica un invio di mail massivo)
- Servizio di invio fatto apposta per inviare newsletter (smtp dedicato) e non inviare con le mail "normali"
Ecco i segreti del successo di una campagna mail marketing
Ci sono tanti vantaggi quando si usa la mail per comunicare, ecco perché diciamo che funziona mandare mail ai clienti, ecco alcuni esempi:
- Controllo di ogni invio (c'è la certezza dell'invio/ricezione)
- Analisi delle ricezioni e delle aperture
- Analisi della conversione
- Costi contenuti (noi proponiamo servizi di invio da 159 euro all'anno per 200 mail al giorno o 5000 al mese) ecco il link ai prezzi del nostro servizio newsletter
- Gestione del magazzino (offerte mirate per ultimi pezzi)
- Acquisti pre ordine (l'azienda può fare acquisti sul venduto)
Quando non funziona mandare mail ai clienti?
Non funziona mandare mail ai clienti quando non c'è rispetto del cliente che riceve, quando si comperano indirizzi a casaccio, per zona, per settore, per età, sesso o interesse perché viene a mancare quella consapevolezza che fa funzionare il mail marketing.
Un cliente che non conosce l'azienda, mette la mail nel cestino le prime volte, poi tenta di cancellarsi, poi mette tutto nello spam
La cancellazione da una lista è un aspetto delicato perché troppe aziende tendono a fare procedure complesse che fanno perdere la pazienza (ecco allora che si finisce nello spam).
Di chi è questa mail?
Nonostante il web negli anni abbia acquisito un ampio consenso, restano da risolvere tanti problemi legati alla sicurezza; chiunque usi la mail nel quotidiano è consapevole che spesso ci sono mail truffaldine che richiedono accessi, modifica di password al solo fine di truffare il consumatore e questo aspetto rende molto ostico l'invio di mail a persone che non conoscono l'azienda.
A parte il problema fisico dello strumento di invio, che rischia di essere compromesso quando il database non è correttamente profilato, resta da analizzare anche la resa, davvero irrisoria, dei database o liste di mail acquistate perché implicano una serie di invii massimi a persone non consapevoli (del resto è "normale" che chiunque venda database lo fa "N" volte, quindi i destinatari riceveranno "N" mail da sconosciuti).
Si immagini per un attimo, anche se forse già succede, di accendere il pc e dover perdere ogni giorno quei 10/15/20 minuti per guardare le mail e appunto perdere tempo per capire chi ha scritto. È normale che ad un certo punto si sposta tutto nello spam o si cerchi di cancellare dalla lista il proprio indirizzo (guarda caso chi compera database rende sempre complicata la cancellazione dell'utente o peggio ancora sottovaluta il passaggio tipo "rispondi alla mail con oggetto cancellami", "manda una mail a privacy@ per capire il perché sei nella lista" o ancora, "la tua mail è in fase di cancellazione ma per qualche giorno potresti ancora ricevere nostre mail" ecc)
Mai comperare database di mail
Diciamo sempre che Funziona mandare mail ai clienti ma funziona se non si comperano database e si investe per acquisire in maniera consapevole ogni dato dei clienti.
Comperare un database significa spendere dei soldi per acquistare una lista di utenti che in genere ha dato il consenso alla gestione dei loro dati in maniera inconsapevole, accettando condizioni di acquisto in grandi portali, prenotando aerei o vacanze o accedendo ad aree riservate di qualche sito, o registrandosi in qualche form online ad esempio per avere dei preventivi o per scaricarsi qualche ricetta gratuitamente. Anche se da un punto di vista legale l'acquisizione del dato può essere corretta (non siamo d'accordo ma è così), si ragioni /pensi che quel dato sarà venduto "N" volte nei mesi, fino a quando il cliente si trova con la casella costantemente piena, arriva a perdere mail che gli interessano, si stanca e cambia mail.
Ogni invio sarà a prescindere spam e ogni investimento dell'azienda che spende per inviare mail ai clienti diventerà inutile.
Abbiamo comperato per prova un database, e ...
È interessante la nostra esperienza diretta sull'acquisto di database perché contattati da un'azienda specializzata, visto che proponiamo servizi smtp dedicato e un nostro servizio per gestire l'iscrizione/cancellazione dell'utente e la creazione della newsletter, abbiamo acquistato 1000 nominativi (ci sono stati forniti come demo per testare la qualità del servizio).
Non abbiamo inviato mail, abbiamo cercato ogni destinatario online e abbiamo contattato a random diverse persone
- Tutte incavolate per lo spam che ricevono (l'azienda si vantava di essere leader in Europa per la vendita di database profilati e autorizzati)
- Tutte inconsapevoli del fatto che la loro mail fosse venduta
- Molte aziende hanno voluto sapere chi vende il loro dato per "risolvere" il problema (ma se il dato è stato venduto "N" volte, come si fa a non ricevere più mail?)
- Tutti ci hanno "supplicato" di non usare il loro indirizzo (a parte un professionista, che ci ha detto di non guardare più quell'indirizzo da mesi)
- L'azienda che ci ha fornito il database ci ha accusati di essere poco seri :-)
Non è solo una questione legale che ci interessa evidenziare ma piuttosto una questione strategica perché un database proprietario ha tassi di interazione/apertura delle mail del 50/50% minimo mentre un database acquistato non supera il 2% e compromette il sistema di invio.
Pur avendo database profilati e curati a volte è complicato mandare mail, figuriamoci se il destinatario non conosce il mittente.
Perché un database comperato compromette il server di invio?
Un database comperato nel 95% dei casi, compromette il servizio di invio perché subirà diverse segnalazioni di spam, segnalazioni che non possono passare inosservate anche perché saranno appunto "N" segnalazioni (tutti quelli che comprano quel dato alla lunga saranno segnalati).
Non è un caso che i migliori servizi di invio newsletter non autorizzano l'invio a database acquistati e "minacciano" la sospensione del servizio nel caso rilevino segnalazioni di spam. Si ricordi inoltre, che la fattura di acquisto non è un dato che dimostra il consenso del destinatario quindi se il servizio di invio venisse sospeso, non si è in grado di dimostrare che si è autorizzati ad usare quegli indirizzi!
Ma io non mando spam
Attenzione a comprendere un passaggio, fondamentale nel contesto: non è che chi compera un database faccia spam, il problema è l'invio a persone che non si conoscono, non il contenuto della mail che diamo per scontato essere interessante. Il problema dell'essere segnalati come spammer non è legato all'invio o all'azienda ma all'utilizzo improprio del mezzo, è un errore strategico che porta alla segnalazione di spam! (si immagini per un attimo di avere ogni giorno delle persone che suonano al campanello per proporre qualcosa, non si discute che siano brave, oneste e per bene ma il fatto è che rompono le scatole)