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Quando un sito e-commerce è un flop annunciato?

Non si ha la bacchetta magica ma capire quando un sito e-commerce è un flop annunciato non è così complesso quando si ha un attimo di esperienza e si vede senza troppe analisi che

  • Il sito è lento
  • Manca di comunicazione (quasi tutti i siti che non funzionano, mancano di comunicazione)
  • Il sito non ha descrizioni curate
  • Il sito non è chiaro sui costi e sulle spedizioni
  • Il sito è complicato da navigare (a volte per arrivare ad un prodotto servono 5/6 click)
  • Il sito non permette di completare la transazione (purtroppo succede spesso di arrivare a siti e-commerce che non permettono di scegliere la quantità, non permettono di accettare le condizioni o di inserire dei dati, aspetti che portano il cliente a scegliere altri siti per fare l'acquisto).

Quando un sito e-commerce è un flop annunciato?

Non si ha la bacchetta magica per capire quando un sito e-commerce è un flop annunciato ma spesso è molto evidente il flop e l'unico che non se ne rende conto è il titolare dell'azienda che sta spendendo perché

  • In parte vuole risparmiare
  • In parte vuole fare da solo
  • In parte accetta, senza capire, soluzioni/scorciatoie strategiche senza un adeguato progetto di lavoro

Come evitate che un sito e-commerce sia un flop annunciato?

Un sito è composto da

  • La parte tecnica
  • La realizzazione dei contenuti
  • Impostazione e grafica
  • Strategie, marketing e pubblicità

Noi per evitare che un sito e-commerce sia un flop annunciato, si consiglia sempre di iniziare da questo schema di lavoro, punto di partenza per qualsiasi sito.

Aspetti tecnico strategici di un sito | amdweb.it

Aspetti tecnico strategici per realizzare un sito
  • Progetto iniziale (obiettivi, aspettative, fattibilità, tempi, progress)
  • Scelta tecnica (costi nel medio lungo termine, vantaggi e differenze)
  • Realizzazione contenuti (Progetto comunicativo, progetto redazionale e stesura testi)
  • Post messa in rete (tutti gli aspetti che fanno trovare/lavorare il sito)
Aspetti economici di un sito aziendale | amdweb.it

Aspetti economici: i costi di un sito
  • Costi tecnici (piattaforma, dominio, certificati ssl, personalizzazioni e assistenza)
  • Costi realizzativi (progetti, foto, inserimento contenuti e immagini)
  • Costi grafici (grafica desktop, mobile, immagine coordinata)
  • Costi pubblicitari (come far trovare il sito? ppc, social, seo, mail marketing?)

Lo schema che proponiamo è solo esperienza schematizzata per avere dei punti di riferimento che permettono di capire, se non seguiti direttamente da un consulente, quando un sito e-commerce è un flop annunciato.

Amazon non è solo un sito, Amazon è un progetto che integra tanti servizi che nel tempo sono andati molto al di là del sito stesso quindi quando un'azienda sceglie di spendere nel web dovrebbe farlo con consapevolezza, partendo dal presupposto che non è facile e serve molto lavoro per far funzionare il sito stesso.

Il progetto iniziale non è un preventivo gratuito, che si fa indicativamente in 10 minuti di lavoro ma un vero e proprio progetto che analizza l'insieme, analizza gli aspetti tecnici, analizza il mercato e come l'azienda pensa di arrivare ai clienti finali.

Un sito e-commerce può essere messo online anche con meno di 500 euro; il punto da capire è che cosa ci si aspetta dal sito stesso. Capire l'insieme permette di riuscire a dare il giusto valore al singolo passaggio ed evitare spese follemente al ribasso che rendono un flop annunciato il sito.

Anche i nostri servizi hanno prezzi che partono da 3990 euro per una versione lite del nostro servizio tecnico, ma chi inizia deve aver chiaro cosa sta comperando e cosa dovrà fare nel tempo per farlo funzionare.

Succede spesso che ci si confronta con imprenditori che usano i social privatamente e credono di avere un discreto seguito di persone ma l'errore è quello di confondere una foto di un animale simpatico, in una posa simpatica che può avere migliaia di "like" con una proposta commerciale (se si pensa di fare un sito e vendere semplicemente condividendo i prodotti su Facebook possiamo dire che il sito e-commerce è un flop annunciato).

Un errore è pensare che sia facile, ecco quando un sito e-commerce è un flop annunciato, quando si sottovaluta l'insieme, la concorrenza (Amazon ha speso in adv nel 2019 circa 11 miliardi di dollari giusto per dare due indicazioni) e si crede che fatto il sito sia finito il lavoro.

Sito e-commerce Vs negozio fisico

  • Il negozio è il sito (attenzione negozio = sito)
  • L'esposizione della merce sono le foto e le descrizioni
  • L'impostazione del negozio è l'impaginazione del sito (aspetto che sempre si sottovaluta)
  • Il commesso che parla e spiega è la comunicazione
  • Il preparare quanto ha comperato il cliente sono le spedizioni
  • I pagamenti sono sempre anticipati come in negozio, compero, pago, porto a casa; nel sito scelgo (metto nel carrello), pago e ricevo entro un paio di giorni
  • L'affitto del locale sono i costi tecnici del sito
  • La gestione straordinaria e l'arredamento possono essere le grafiche
  • La pubblicità si fa per entrambe le attività
  • Si può avere una gestione differente del magazzino e delle giacenze perché nel sito possono essere virtuali (il riassortimento può essere fatto in 2 giorni quindi un prodotto non disponibile può essere gestito come disponibile se si ha la certezza di poterlo avere in tempi stretti o sei si connette con il fornitore in drop shipping)
  • In negozio si fa più fatica a comperare sul venduto mentre con il sito si può addirittura acquistare un prodotto sul venduto (strategia da non sottovalutare)
  • Gestione cambio prodotto/i, resi, garanzia, assistenza post vendita, c'è nel negozio fisico, ci deve essere nello store online (personale che risponde ai clienti sia telefonicamente che virtualmente con mail o chat, ritiro merce, controllo, gestione rimborsi (totale o parziale)
  • Sia nel negozio fisico che nel sito e-commerce, serve personale!

Un sito e-commerce pretende personale che lo segua, pretende lavoro costante per funzionare perché, come per un negozio, serve far capire al cliente che si trova nel posto giusto, quindi

  • Serve far trovare il sito (Strategie di visibilità, seo, ppc, social, mail marketing, altre sponsorizzazioni)
  • Serve far sentire a casa il cliente (Cura dell'impostazione del sito, velocità, chiarezza d'insieme)
  • Serve mettere tutto quello che serve, nel posto giusto (Descrizioni, prezzi, condizioni)

Un altro errore molto comune  che rende il sito un flop annunciato è il non fare un lavoro personalizzato ("se tutti usano le soluzioni gratuite significa che sono ottime soluzioni" è il pensiero di molti ma attenzione che si parla di quando un sito e-commerce è un flop annunciato proprio perché molti fanno questo errore). È vero che un cliente bene o male deve mettere i prodotti nel carrello, inserire i dati e pagare ma ci sono siti che per fare queste procedure sono macchinosi, lentissimi e chiedono dati inutili alla transazione (sesso, data di nascita per fare un esempio).

Utente che cerca > Google > Azienda che si propone

Per evitare che un sito e-commerce sia un flop annunciato serve capire bene un semplice meccanismo: il sito deve risolvere un problema al cliente o deve essere una valida soluzione rispetto a quello che un cliente cerca; il cliente usa i motori di ricerca per fare ricerche e per trovare risposte; il motore di ricerca è l'intermediario che mette in contatto clienti e fornitori in due modi

  • Con la visibilità naturale, quindi strategie seo
  • Con la visibllità a pagamento, quindi strategie ppc, pay per click

Il meccanismo che porta un cliente a cercare, trovare ed essere soddisfatto è molto semplice, così semplice che viene sempre sottovalutato. Il ruolo di Google è un ruolo molto delicato perché deve indicizzare i siti online, quindi deve catalogare i siti online e in base a dei parametri abbastanza sconosciuti (pertinenza del testo, velocità delle pagine, riscontro nei tempi di permanenza del cliente o raggiungimento degli obiettivi come acquisto o contatto giusto per fare qualche esempio), proporli a chi fa delle ricerche. Il ruolo dell'azienda, in tutto questo, dovrebbe essere semplicemente quello di proporsi al meglio, senza dare nulla per scontato (quante volte capita, invece, di trovare siti che non si capisce cosa propongano?).

Sia che si scelga la seo come strategia, sia che si scelga il ppc o l'ibrido resta importante capire un aspetto: cosa trova il cliente nel sito?

La comunicazione, l'impostazione, la velocità di caricamento delle pagine, l'impostazione stessa del sito intesa come grafica e impaginazione devono essere coordinati e coerenti. Un cliente che arriva nel sito da qualsiasi forma di advertising, deve trovare un contesto chiaro e confortevole. Se si opta per il ppc si deve sempre lavorare sulla comunicazione perché una cosa è generare traffico, una cosa è riuscire a convertirlo in contatti o fatturato. Se si vende online la transazione deve essere fluida perché un cliente non contatta per avere conferma della disponibilità del prodotto, a meno che non si parli di un qualcosa di unico al mondo, ma sarebbe un'altra storia ancora.

Stiamo cercando di far capire quando un sito e-commerce è un flop annunciato e capire cosa un cliente trova nel sito permette di non buttare soldi specialmente nei contesti in cui si realizza il sito fornendo tutto il materiale e si crede di poter investire qualche centinaio di euro con Google o Facebook per vendere (Google stesso regala dei buoni da 70 a 100 euro per scoprire il ppc). "Buttar su" qualche pagina e sponsorizzarla è un flop annunciato che evidentemente non conosce solo il titolare dell'azienda.

Compreso questo meccanismo di ragioni su quello che ci si aspetta, da clienti, da utilizzatori del web quando si usa Google per cercare qualcosa e si immagini a come Google debba cercare e archiviare i vari siti e le varie tematiche che trattano. Se il sito è utile ed è una soluzione per i clienti ecco che è interesse di Google proporlo, se il sito è fatto dal "Cuggino" si comprende subito perché è un flop annunciato!

  • Parte tecnica
  • Grafica
  • Contenuti
  • Comunicazione
  • Strategie
  • Presenza nei social
  • Newsletter
  • Promozioni e offerte
  • Altre forme di adv

Un sito e-commerce non può costare meno di 12/15 mila euro e soprattutto non è un costo mordi e fuggi ma un costo/investimento costante nel tempo perché serve personale per gestirlo (spedizioni, resi, assistenza clienti) poi che si possa costruirlo in progress, step by step è una considerazione strategica che merita altre considerazioni. Un'azienda prima di spendere, deve essere consapevole del lavoro da fare e non deve illudersi di trovare risposte dal web senza un adeguato lavoro strategico, realizzativo.

Quando un sito e-commerce è un flop annunciato? quando non è chiaro l'insieme!

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Inserito il:04/09/2020 10:53:00
Ultimo Aggiornamento:23/05/2023 11:01:43
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  • lanewsletter.net è il servizio che proponiamo per creare newsletter aziendali
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  • Servizio hosting solo per chi usa la nostra piattaforma e servizio mail server anche per clienti esterni alla piattaforma
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